LICHERI:
è presente in 173 Comuni italiani, di cui 90 in Sardegna: Abbasanta 75, Cagliari 65, Ghilarza 55, Fluminimaggiore 53, etc.
E’ probabile che il cognome derivi dal toponimo Licheri, villaggio distrutto della diocesi di Santa Giusta, documentato nell’opera “In Sardiniae Chorographiam” di Giovanni Francesco Fara, nel capitolo “De Sanctae Iustae civitate eiusque dioecesi”: > in qua extant oppida Domusnovae, Nurguidi, Soddi, Orogonae, Tadasuni, Zuris, et Seduli, quod nomen comitatui dedit et interiere (sono scomparse – siamo ai primi anni del 1500) oppida Ustedi, Uras (non l’attuale), Boques, Liqueri, Suei, Nordai et Guilcieris.
Liqueri o Licheri o anche Lokeri (così è chiamato al 15° capitolo del Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo: > Anno Domini MCC* In Dei nomine. Ego Benedictus prior Sancte Marie de Bonarcato fatio commemorationem dessa conversatione qui si fekit a Sancta Maria de Bonarcato donnu Gunnari de Serra, su de Lokeri, etc. ( villaggio abbandonato verso la metà del XIV° secolo, appartenente alla Curadorìa di Guilcier, nel regno giudicale di Arborea; da non confondere con Locheri, documentato, sempre nell’opera citata del Fara, al capitolo “Suelli civitas et dioecesis”, che è l’attuale Loceri, Comune di 1267 abitanti della ex provincia dell’Ogliastra (abrogata di recente per effetto del referendum popolare del 6 maggio 2012).
Il cognome Licheri è presente nei documenti medioevali della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, troviamo Petro de Licheri, jurato ville Gulcier (vedi app. I^16).
Nella storia ricordiamo Domenico Vincenzo Licheri, notaio di Cabras, vissuto in epoca sabauda. Il 1 gennaio 1794 fu nominato ufficiale di giustizia del Campidano Maggiore. Dopo i tumulti dell’Oristanese dei vassalli contro i feudatari, aderì al movimento promosso da Giommaria Angioy ed il suo nome fu incluso tra le persone sospette di giacobinismo (Di. Sto. Sa. Di F. C.Casula).
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