MIALE; MIALI; MICALE; MICALI; MICHELE; MICHELI:
il primo è presente in 60 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: S. Antioco, con un solo nucleo familiare.
Il secondo è presente in 37 Comuni d’Italia, di cui 3 in Sardegna: Carbonia 39, Cagliari 5, San Giocvanni Suergiu 3. In Puglia Marina Franca conta il ceppo più consistente con 47.
Il terzo è presente in 134 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Sassari 12. In Sicilia, Catania ha il ceppo più consistente, con 109.
Il quarto è presente in 166 Comuni d’Italia, di cui 2 in Sardegna: Oristano con 6 e San Vero Milis con 3. Nel resto d’Italia è Messina, con 605 ad avere il ceppo più numeroso.
Il quinto è presente in 60 Comuni italiani, di cui uno in Sardegna: Quartu con un solo nucleo familiare.
Il sesto è presente in 872 Comuni italiani, di cui 1 in Sardegna: Cagliari 19, Lanusei 12, Sassari 9, etc. Nel continente Roma ne ha 655, Brescia 166, Lucca 148.
I sei cognomi hanno significato ed origine comune, vengono dal nome Michele o meglio San Michele Arcangelo, venerato in tutto il mondo cristiano. La sua venerazione anche qui in Sardegna ha raggiunto e mantiene tuttora livelli altissimi; lo confermano le numerosissime chiese a lui dedicate ed i tantissimi toponimi che ricordano il suo culto. I monaci bizantini, a partire dall’inizio del VI° secolo, ne diffusero la venerazione in tutta l’isola, nella quale è meglio conosciuto come Santu Miale o Miali.
Nelle carte medioevali della storia e della lingua della Sardegna il nome di (San) Michele ( Miali, Miale, Micale/i, Migali/e è attestato abbondantemente, come nome, cognome e come toponimo. Tra i sottoscrittori della Petizione di Pace di Eleonora d’Arborea, LPDE del 1388, troviamo: Miali (de) Nicolao, ville Ecclesiarum, Villa di Chiesa, Iglesias (vedi app. I^28); Miali (de) Petro, jurato ville Maassama: odierno Maassama. Campitani Majoris (vedi app. I^21).
Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, al capitolo73 è nominato Miale mandatore de clesia ( rappresentante giudiziale della chiesa), teste in una donazione di una donna al monastero di Santa Maria: > Ego Maria Keuge muliere de Migale (qui è nome proprio) Spanu fabru ki ‘lli do a Sancta Maria de Bonarcato, terra de Petru Cacabu. Dolilla a Sancta Maria de Bonarcatu pro s’anima de Migale Spanu, maridu meu, etc. Fra i testes c’è Miale, mandatore de clesia (amministratore dei beni della chiesa).
Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XIà, XIII° secolo, troviamo; al cap. 224, Michali, servo in Puço Maiore, coinvolto in una partizione di servi: > Parthirun Mariane et Gosantine d’Aruvu. Poserum ass’una parte .III. pedes (tre terzi del servizio - settimanale) di Iorgi et isu fiiu Michali intregu; et ass’atera Petru et latus (la metà del servizio) dessa sorre Maria et .I. pede (un terzo del servizio) dessu patre, ca furun piçinnos, etc. Ai capitoli 179 e 330 è nominata sa die de Sanctu Michal de maiu (festa dell’apparizione di San Michele Arcangelo > 8 maggio).
Ricordiamo il Condaghe di San Michele di Salvennor e la chiesa omonima, Abbazia Vallombrosana, ubicata tra Osilo e Ploaghe, attiva dal secolo XI° al secolo XIII°.
Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI, XIII° secolo, sono nominate diverse persone col cognome Migali: al capitolo 35, c’è Anna Migali , di prete Migali e di Maria Capillu, coinvolti in una partizione (parthitura) di servi): > Ego piscopu Jorgi ki parthivi sos fiios de prebietru Migali e de Maria Capillu, cum prebietru Surssitanu e cum Gosantine de Farfare, ki fuit maiore d’iscolca (comandante della guarnigione di guardia aui confini) in Ogosilo; parthinde a natias (in ordine di nascita), scu. Petru levait a Gavini et a Matrona et ad Ithoccor; a sca. Barbara (santa Barbara) levait a Petru et a Juvanne et ad Anna ki fuit in fascas (ancora in fasce) deimusilla a nutricare ca fuit orfana de mama e de patre e nutricatila Justa Gilligia e deimisindeli su latus (la metà del servizio) ca la nutricait et issateru latus remasit in cumone (in comune). Etc.
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