Sirigu

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Pubblicato Lunedì, 05 Gennaio 2015 17:21
Scritto da Super User
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SIRIGU:

(di Ettore Rossoni): “Sirigu è tipicamente sardo, del cagliaritano in particolare di Selegas, Senorbì, Orroli e della stessa Cagliari. Dovrebbe derivare da un soprannome originato o dall'aspetto nerboruto del capostipite o dal suo carattere nervoso, ma non si può escludere che si tratti di una forma etnica del paese di Siris nell'oristanese”.

Integrazioni fornite da Antonello Sirigu: “Sirigu potrebbe anche derivare dallo spagnolo sirgo, che significa seta ritorta, tra l'altro nella pronuncia dialettale difficilmente si dice sirigu, ma per lo più sirgu. In questo stesso filone potrebbe anche derivare dal latino sericus che significa di seta, da cui deriva poi anche l'aggettivo italiano serico, sempre con il medesimo significato. La parola latina sericus a sua volta deriva dal greco antico shrikos, che deriva da shr, shros ovvero il baco da seta, da collegarsi alla parola di origine non greca seres, che era il nome di un popolo dell'Asia orientale, forse della Cina, tra l'altro celebre per la fabbricazione di stoffe simili alla seta, il cui nome dal canto suo sembra derivare da sei, uguale al coreano sin che significa appunto seta”.

SIRIGU: siricu, nei dialetti centrali, sirigu nel resto dell'isola è il baco da seta: siricus o sericus. Sirigàriu o Serigàrgiu è il nome di un abitato scomparso: significa "allevamento di bachi da seta". Etimologicamente deriva dal greco σηρικάιος (sericàios), che si traduce letteralmente, luogo dove si produce la seta.

Qui da noi, nel Sulcis e nel Campidano erano un tempo tanto famosi gli indumenti di seta: camìsas, muccadòris, scialìnus de seda (camicie, fazzoletti, sciali, di seta) (vedi inoltre il cognome Seda). Il villaggio di Siricaiu, In periodo medioevale fece parte della Curatoria di Campidano o Civita, nel regno giudicale di Cagliari (fu abbandonato nel XIV° secolo ( Di.Sto.Sa di F.C.Casula). Sulla villa di Siricaios, non c'è altro, ma nel testo del Fara, "In Sardiniae Chorographiam", (a pag. 216/10), relativamente al capitolo "Sulcis et Villesglesiarum urbes et diocesis" (riga 42), troviamo.Argenniae, Gulbisae, Gibasturbae, Ardu, Eneladi, Sirici et castrum Baratulis, cum insigni castro Aquae Friae (il famoso Castello del Conte Ugolino). Sirici, quindi Sirico e si trovava sicuramente nei pressi del Castello di Acquafredda, in agro di Siliqua. Sirico e Siricaio sono la stessa villa? Noi crediamo di sì. Si può supporre che il cognome Sirigu derivi dal centro abitato scomparso. C'è da dire, inoltre, che Sirico o Siricaio era villa sorta dopo il mille, sicuramente non prima, poiché la coltura del baco da seta entra in Italia, in Sicilia prima, in Calabria poi, dopo la conquista musulmana della Sicilia, che avvenne negli anni 836/841. Si può supporre che in periodo tardo bizantino, il baco da seta sia arrivato anche in Sardegna. La conquista araba della Sardegna, non ci fu mai, nonostante i tentativi del "Capo degli Eserciti", Musetto (Mu’ãhid - del 1019- 1020).

Troviamo il cognome Sirigu negli antichi documenti medievali della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE del 1388, figurano: Sirighu (de) Paulo, ville Nulvi, odierno Nulvi. Contrate de Anglona- Chiaramonte (vedi app. I^13); Sirigu (de) Petro, ville Sagama, oppidum.  Contrate Castri Serravallis (vedi app. I^7); Sirigu (de) Antioco, ville Curchuris, odierno Curcuris: Partis de Montibus (vedi app. I^19); Sirigu (de) Nicolao, curie de Sacargia, curia di Saccargia, villaggio distrutto - presso Codrongianus (Spano).

Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIIIà secolo, al capitolo 338 troviamo Siricu Gitilesu, maiore d’iscolca de Castellu (il maiore de scolca era il capo della guranigione di armati a guardia dei confini del Giudicato), etc. e Siricu Janne, maiore d’iscolca de Novaia, coinvolti in una lite (kertu) per il possesso della servitù: > Kertait mecu Petru Secke prossos fiios de Petru Manutha, ca milos voleat levare appus (per parte di) mama. Fra i testes ci sono Janne Siricu maiore d’Iscolca de Novaia e Gitilesu maiore d’Iscolca de Castellu.

Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, al capitolo 160 è nominata Sirica, serva, figlia di Victoria Murta serva, ma qui Sirica è un nome proprio.   

Nel Condaghe di San Michele di Salvennor, CSMS, XI°, XIII° secolo, al capitolo 18 è nominato Pedro Siricu: > En el lugar llamado Gutur de Panijone tiene San Miguel una Salina de Dona Jorgia de Thori que afronta ala de Marian de Thori que vendiò a Pedro Siricu. Al capitolo 246 è nominato Dorgotori Sirique insieme alla sorella Juste Sirique: > Compro de Juste Silique que partia en Birga Sosa y le dio un tremisse entre grano y queso, hiso trueco (cambio) con su ermano Dorgotori (Silique), con voluntad de ambas partes, etc. Nella storia della Sardegna ricordiamo Sirigo Bartolo, vissuto nel primo periodo del regno catalano aragonese di Sardegna. Nel 1378 ottenne in feudo la villa di Sentiori, nella Romangia del Logudoro (Di.Sto.Sa. di F. C. Casula), e nel 1380 il cavalierato ereditario. Nel paese di Alientu, oggi provincia di Olbia Tempo, c'è ancora una famiglia con quel nome (unica in Italia): non sappiamo se si tratti di eredi del nobile Bartolo, o di trascrizione errata di Sirigu?

Attualmente il cognome Sirigu è presente in 141 Comuni italiani, di cui 63 in Sardegna: Cagliari 170, Orroli 133, Senorbì 84, Quartu 38, etc. Vedi anche il cognome Seda.

 

 

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