CERA:
(di Ettore Rossoni): "E' molto diffuso in tutta Italia, ha un ceppo torinese, uno nel milanese e nell'ovest della Lombardia, uno in Veneto, soprattutto nel vicentino e padovano, nel veneziano e nell'udinese, un ceppo tra ferrarese e bolognese, uno nel perugino, uno nell'aquilano, nel romano, nel frusinate e nel latinense, uno nel foggiano, nel tarantino e nel leccese, uno nel napoletano ed uno in Sardegna nella parte meridionale dell'isola.
Il cognome CERA è presente in 305 Comuni italiani, di cui 37 circa in Sardegna: Tuili 66, Zerfaliu 39, S. Nicolò d’Arcidano 34, Cagliari 27, etc. In sardo sa cera, sa kera, deriva dall’italiano cera (delle api); anche in latino abbiamo cera.
Nei documenti medioevali della lingua e della storia della Sardegna, ritroviamo il vocabolo, sia come cognome che come nome comune. Tra coloro che aderirono alla Pace di Eleonora, LPDE del 1388, sono nominati: Chera Petro, ville Laconi, Partis Alencia e Laconi, ( vedi app. I^14); Chero Leonardo majore (sindaco, amministratore) ville Laconi.
Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo è presente il termine “kera” e timangia ( cera e incenso > timongia in campidanese), al cap. 426, in una donazione di Petru de Serra al convento di scu. Petru de Silki; sempre nel CSPS, al capitolo 380, è nominato Keru Petru, previteru (prete), teste in un cambio (tramutu) di servi (homines) tra il convento di San Pietro e quello di Saccargia (Ego Maximilla abbadissa de scu. Petru): > Cambiai homines cun s’apate de Saccaria (priore di Saccargia), cun donnu Juvanne Gramaticu, a bolutade de pari (di comune accordo), etc.
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