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Sitzia

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SITZIA:

sitzia o sisìa, è la margheritina dei campi (anthemis = camomilla); di etimo non ben chiaro. In greco sitìon (σιτίον) significa grano, pane, cibo, alimento. Ancora in greco suzèo (συςέω)  significa bollire (decotto!). Non abbiamo altri suggerimenti. Il cognome non è presente nelle carte antiche, nelle quali è presente come toponimo, ma nella variante sisia.

Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, al capitolo 257 è nominato su badu de Sisia ( il guado di): > Termen dessu saltu de Surtallu (confini del salto di Surtallo), ave sa piskina de Tamuri (dall’acquitrino di) travessu s’iscla derettu assu suberiu (sughereto) dessu riu, etc. (più avanti) > assu badu de Sisia, etc.

È probabile che siano stati i monaci greci a dare il nome alla margheritina dei campi, per le sue qualità terapeutiche. Erano infatti formidabili erboristi: abbiamo altri numerosi esempi. Vedi nel Web "I Monaci Bizantini in Sardegna". Visita ZZAlmanacco-luglio > La Sardegna divenne bizantina".

Sitzia è presente in 125 Comuni del territorio nazionale, di cui 56 in Sardegna: Quartu 126, Selargius 88, Cagliari 87, Gonnosfanadiga 83, Capoterra 41, etc.

Nei Registri Parrocchiali di fine Settecento e dell'Ottocento, a Gonnosfanadiga, il cognome Sitzia è abbondantemente presente e ben radicato nel tempo, visti i numerosi nomignoli o soprannomi presenti: Ecca, Sennori, Sirbazzu, Tomasi, Zittara, Cibudda.

**leggete in Racconti del Campidano, ZZRacconti del Campidano-s

 

 

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