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Urru

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URRU; (URRI):  

s'ùrru è su fùrru cioè il forno, dal latino fornus o dalla radice latina ur di uro = brucio, o, sempre dalla radice ur, ma dal fenicio, nel significato di fuoco, focolare, (secondo il canonico Spano). Assistiamo al  passaggio da furru a urru per aferesi (taglio o perdita della consonante iniziale): fenomeno frequente nella lingua sarda. > vedi anche i cognomi Furru e Urracci.

È un cognome presente in Sardegna sin dai tempi antichi: tra i firmatari della Pace di Eleonora, LPDE 1388,  figura un certo Urru Gonnario, ville Meana (Meana Sardo - Mandrolisay o Barbagia di Belvì, vedi app. I^25).

Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, *CSMB XI°, XII° sec. c'è Urru (de) Presaghe, maiore de Scolca (che sta a capo di una squadra (kita) di armati, di vigilanza ai confini; la vigilanza era fissata in turni di una settimana: da qui kita = cida col significato di settimana (cap. 158). De Urru potrebbe indicare la provenienza da una località o villaggio, considerando che forru/furru/urru sono toponimi frequenti in tutto il territorio sardo.

Nella storia contemporanea ricordiamo Urru Carlo (nato a Todi in Umbria nel 1915, morto a Perugia nel 2002), vescovo della Diocesi Tempio - Ampurias dal 1971 al 1982

Attualmente il cognome Urru è presente in 188 Comuni del territorio nazionale, di cui 96 in Sardegna: Cagliari 84, Ardauli 62, Meana Sardo 54, Samugheo 53, etc.

Urri è presente solo in 7 Comuni del centro nord Italia e nelle carte antiche della Sardegna.

Ma Urri (detto anche Uras, non quello della attuale provincia di Oristano) è il nome di un antico centro abitato scomparso: era sito in agro di Ghilarza ed in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Guilcier, del regno giudicale di Arborea: fu abbandonato verso la fine de XIV° e l’inizio de XV° secolo. Per alcuni studiosi invece l’antico Urri corrisponde all’odierno Nurri.

Come cognome , abbiamo anzidetto, è presente nelle carte medioevali sarde. Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, ai capitoli 184, 186, 193 troviamo Barbara de Urri: al 184 è nominata come proprietaria di terra confinante con la parte comprata; al 186 come proprietaria di un terreno confinante con una terra donata al monastero da parte di Barusone Mellone; al 193 è direttamente coinvolta con una donazione di terra al convento: > Donaitimi Barbara de Urruet issas sorres de Donigallia Noa  et de Sancte Eru II corrias de terra in Pirastru de Zinzalu. Testes.etc.  Al capitolo 29 sono nominati Goantine, Iusta, Vera e Maria figli di Gavine de Urri. Etc.

 

 

 

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