Menu Principale  

   

Pubblicità  

   

ZZDICIUS/b

Valutazione attuale:  / 0
ScarsoOttimo 
Dettagli

DICIUS - B

Babbayòla babbayòla (mayobedda) piga su liburu e bai a scola etc. Cocinella, cocinella, prendi il libro e vai a scuola. È più che altro uno scioglilingua per bambini. Per i giovanotti ce n’è un altro: “Babbayola babbayola, bai a Casteddu, bittimì s’oneddu, s’oneddu de sposai, jei t’happ’a coyai cun Giuanni Cadeddu. ( Coccinella, coccinella vai a Cagliari, prendimi la fede matrimoniale, ti farò sposare con Gianni Cadeddu; evidentemente Giuanni Cadeddu era un giovanotto bello e ricco!). Lo scioglilingua contiene un significato più nascosto: è un invito alle ragazze a lasciar perdere i sogni ed a tornare alla realtà. Ma chi può impedire ad una ragazza di sognare?

Babbu mortu burriccu anjau no happu perdiu ni guadanjau: il babbo è morto l’asina ha figliato non ho né perso, né guadagnato. La povertà lascia poco spazio ai sentimenti. Un padre che muore, un’asina che figlia: le due cose si equilibrano e cambiano di ben poco la storia di un poveraccio.

Bacca beccia brodu saporiu: vacca vecchia buon brodo. Si dice anche pudda beccia (Gallina vecchia) o petza niedda (carne nera). Si adatta alle persone anziane, le quali spesso forniscono ai giovani ottimi consigli, frutto della loro lunga esperienza.

Bai bai mancai andist che su 'entu: vai col vento. Malaugurio detto per lo più bonariamente da una madre al figlioletto che vuole andare a tutti i costi a giocare con gli altri bambini del vicinato, trascurando il suo dovere.

Balit prus sa pratica de sa grammatica: vale di più la pratica della grammatica. Questo detto è proprio dei sardi, più inclini alle cose pratiche della vita che non alle teorie.

Balit una Spagna: vale una Spagna. Dicesi di un oggetto, di un animale o di una persona, per indicarne il certo valore. L’espressione è spesso usata un senso ironico.

Ballit de prus u’ burriccu langiu che u’ canonigu mortu: vale di più un asino magro che un canonico (prete) morto. Nella vita è necessario essere realisti e sapere scegliere nella maniera giusta soprattutto quando la scelta è assai limitata. 

Ballit prus su soddu in domu che centu scudus in domu allena: vale di più un “euro” in casa propria che 5000 euro in casa altrui. È un detto che segue la scia di altri, sui quali ci siamo già soffermati. Nota: u’ soddu(= un soldo) era la decima parte di una lira; u’ scudu era l’equivalente di 5 lire. Per noi sardi cinque lire corrisponde a  cincui francus, mille lire, a milla/i francus.

Basa paneri: bacia deretano, lecchino, ruffiano. I sardi, per consuetudine, sono intolleranti nei confronti di questo genere di persone.

Battiari siccu busciacca stampàda: battesimo asciutto, tasche bucate. Il battesimo di un bambino solitamente si trasforma in una festa, oltre al comparatico: si scambiano i regali, si mangia e soprattutto si beve. Quando non vi erano queste cose la miseria era imperante. Dicesi anche di chi fa una cosa, da cui si aspetta tanto ed invece ottiene ben poco.

Bellesa in cara y asegus sa stoccàda: buon viso a cattivo gioco. Il proverbio avvisa che non c’è mai da fidarsi delle apparenze e tanto meno dei sorrisi di certe persone.

Bellesa no fait domu; bellesa no fait sienda: le bellezza (esteriore)non fa casa e non fa ricchezza. Oggi a me pare che non sia proprio così! Ci sono donne del mondo dello spettacolo, (del cinema, della televisione), della moda, alle quali, se togli la bellezza esteriore, rimane ben poco, ma che comunque “fanno casa e ricchezza”.

Bellu e caru costat: è bello ma costa caro. Quando non accettiamo l’indiscrezione di altra persona su un nostro recente acquisto rispondiamo così.

Bendi s’anima a su tiau(lu): vendere l’anima al diavolo. Ci sono persone che pur di raggiungere i loro scopi impossibili e poco onesti sarebbero decise anche a barattare la propria anima col diavolo. La letteratura romanzesca riporta, in proposito, numerosi esempi.

Beni beniu che sa dì de Pasca: ben venuto come il giorno di Pasqua. Una visita gradita è l’equivalente di un bellissimo giorno di festa. Qualcuno aggiunge: “ Pasca benit una borta fetti a s’annu”! (Pasqua arriva una sola volta l’anno).

Bentu in puppa e stuppa allutta: vento in poppa con lo stoppino acceso. L’espressione indica una situazione favorevole, di vario genere. È anche l’augurio che si da a chi lascia la propria terra per altri luoghi, o ai novelli sposi, che vanno in viaggio di nozze.

Bentua candu tirat bentu: ventila quando c’è vento ( per vagliare le sementi). Nella vita le situazioni favorevoli sono sempre rare, per cui, quando arrivano, è meglio approfittarne.

Bentulia candu tira bentu: ventila(vaglia) quando tira vento. Tocca puru imoi ca dho-y sesi: dai pure, ora che ci sei. Approfitta della situazione propizia. Prendi ora il treno che sta per passare, perché il prossimo non si sa quando passerà! Carpe diem, direbbe Orazio, scrittore latino.

Berbeghe costumat, homine no costumat: la pecora non cambia, l’uomo sì. Quando ci si trova davanti ad una persona che ha una cattiva abitudine che non vuol lasciare e cerca scuse tentando di dimostrare che è impossibile cambiare, gli si dice questa espressione, per indicare inoltre che l’uomo non è una pecora perché è dotato di ragione e pertanto capace di intendere e di volere, quindi anche di cambiare: “Dipende solo dalla volontà”! – diceva Sant’Agostino

Bernardu m'hat biu scovas de forru: Bernardo mi ha visto scope da forno. L’espressione in se stessa non significa niente, ma si usa per indicare il ripetersi della storia…e la storia si ripete!

Bessì de su tintioni e finì in sa tiria: uscire dai rovi(smilaci) e finire fra le ginestre. È proprio di colui che riesce a cavarsela da una situazione imbarazzante e finisce poi in un’altra peggiore: dalla padella nelle braci.

Bessint is conilleddas in campu: escono le coniglie in campo. Anche se la si vuole nascondere, la verità esce sempre alla luce, come le coniglie all’aria aperta.

Bessint is topis a pilu: escono i topi all’aperto. Nelle vecchie storie talvolta riemergono situazioni che è meglio dimenticare.

Bessiu de domu, bessiu de coru: uscito da casa, uscito dal cuore. Talvolta gli affetti non durano nel tempo. Questa espressione si usa per indicare una situazione in cui un legame, di qualsiasi natura sia, si scioglie definitivamente con lo sciogliersi della sostanza del vincolo. Ad esempio un rapporto di compravendita, anche se ottimo, cade definitivamente al cessare dell’effetto. O anche un “amore” di gioventù, che non lascia segno alcuno, se non un lontano, insignificante ricordo. 

Bintinoi trinta chi no coitas dh’agattas in domu: ventinove trenta se non ti sbrighi lo trovi a casa. È un detto d’incoraggiamento( ma che non risolve niente), che si rivolge a chi si trova in grosse difficoltà. “ Una comare, al mercato, confidò ad una sua amica la sua grande disperazione: il marito era stato condannato a trenta anni di galera”! “Ventinove trenta (bintinoi trinta) – rispose l’amica - se tardi un poco lo ritrovi  a casa ( si no coìtas d’agattas in domu)”!

Biri is-a stella de mesunottis: vedere le stelle di mezzanotte. Questa espressione si usa per indicare la situazione di una o più persone che si trovano “alle strette”, cioè in stato di forte imbarazzo, per tanti motivi.

Bistida sa matzocca (su bastoni) parrit u’ baroni. Vestito il bastone sembra un barone. È proprio il contrario del detto “l’abito non fa il monaco”. Il lato esteriore della persona non dovrebbe contare tanto, invece spesso diamo più peso all’estetica che non alla sostanza.

Bivi po pappai o pappai po bivi: vivere per mangiare o mangiare per vivere. È un detto adottato da tutti i popoli del mondo.

Bixina bona funtana in pratza: vicina buona, pozzo in cortile. Una buona vicina di casa è come un pozzo d’acqua limpida nel cortile: ma non è una cosa facile trovare una buona vicina di casa!

Bogai a luxi: portare alla luce. Far emergere la verità.

Bogai a pilu: portare all’aria aperta. Come il precedente.

Boi solu no tirat su carru: il bue da solo non tira il carro. I buoi vanno sempre in coppia, con l’aratro e con il carro: u’ jù ‘e bois = un giogo di buoi. In certe cose della vita bisogna essere in due. Questa espressione si usa in modo particolare per indicare la coppia di coniugi e la necessità di intesa e collaborazione dei due nelle vicissitudini della vita e soprattutto nell’educazione dei figli.

Bolla cun gana: volere con tutte le forze. Bolla cun gana nci bolit. Con la volontà si ottiene tutto ciò che è umanamente possibile. L’accidia è la peggiore nemica della volontà.

Bolli s’ou, sa pudda e s’arriali: volere l’uovo, la gallina e pure i soldi. È la presunzione delle persone che vogliono tutto, confuse dal proprio egoismo; o di pretende nella vita di avere tutto con pochi sacrifici.

Bolli sa carràda de su binu prena e sa pobidda imbriàga: volere la botte del vino piena e la moglie ubriaca. Volere l’impossibile, pretendere due cose insieme, mentre una esclude l’altra.

Bollis scarteddu o cadinu? Vuoi un cestino o una cesta? Un padrone chiede al ladruncolo sorpreso a rubare nel suo orto: “Bollis scarteddu o cadinu”? Questa domanda si fa anche ad uno che si appresta a raccontare un sacco di balle!

Bollit tottu setziu a cadira: vuole tutto pur stando seduto. L’espressione viene usata per indicare uno che si atteggia a padrone, che vuole essere servito dagli altri, o anche per indicare la persona indolente, che pretende che le cose che vuole gli arrivino ai piedi.

Bona notti e bonu arriposu cras a manjanu a pappai arrosu: buona notte e buon riposo a domani a mangiare il riso. È più che altro una rima, ma è anche augurio di bene: il riso come il grano sono anche i simboli del benessere.

Bonu est Crik e mellus est Crok: è buono Crik, è migliore Crok. Si dice anche: bonu est s'unu e mellus est s'atru, con lo stesso identico significato. Per indicare in senso ironico ( spregiativo) due persone che sono sempre insieme ( es. due coniugi) e che ne combinano più storte che diritte. Un proverbio abbastanza recente, visto che Crik e Crok sono personaggi del cinema morti da metà secolo, ma ancora spesso presenti nel nostro piccolo schermo.

Bonu proi dhi fatzat: buon pro gli faccia. Sembrerebbe un espressione di buon augurio, ma spesso viene usata al contrario. La  dice solitamente  uno che viene imbrogliato da un altro, in fatto di soldi od altro. Si aggiunge inoltre: “Chi si dhu potzat comporai in mexina”!

Bosa: Fai cumenti faint in Bosa :candu proit dhu lassant proi: fai come fanno a Bosa: “ Quando piove lasciano che piova”! Nelle vicissitudini della vita ci si trova spesso davanti a problemi di difficile soluzione ed ai nostri interlocutori ci viene spesso da chiedere: “E ita happ’a fai”? = Che farò? Quando chi ci sta di fronte non sa che suggerimento dare, sia perché non è in grado di dare soluzioni, sia perché vuole levarsi dall’impiccio, ci risponde: “ Fai acumenti faint in Bosa…”!

Braba beni insabonàda esti mesu fatta: barba bene insaponata è già fatta a metà. Quando una cosa viene iniziata con buona attenzione e con tutto quanto occorre è già a buon punto. Chi ben comincia è già a metà dell’opera. Il proverbio avverte che le scelte di capitale importanza è meglio ponderarle con scrupolosa attenzione, perché spesso è difficile tornare indietro. È valido per tantissime situazioni, ma soprattutto per quelle a cui si rimane legati per tanto tempo se non per tutta le vita. Nelle scelte della vita è necessario comportarsi con saggezza.

Bucca ‘e forru: bocca da forno. Sta a d indicare un persona che non riesce a trattenere niente di quanto le si dice, pur raccomandandole di tenere il segreto.

Buffai akua de onnya funtana: bere acqua da tutti i pozzi. L’espressione sta ad indicare quelli individui che vivono di stenti, arrangiandosi a secondo dell’occasione, ed approfittando spesso dell’ignoranza o della “troppa” bontà degli altri. Si adatta anche al prepotente, che, per i propri scopi, non bada al sottile e legittimo.

Burricheddu de Maiu: asinello di Maggio. Il mese di Maggio è il mese degli asini( su mesi de is molentis). Il proverbio è solitamente riferito ai nati nel mese di Maggio. Si dice per scherzo ad una donna in stato interessante, quando la gravidanza si trascina (si fa per dire) per le lunghe, anche in riferimento al fatto che il periodo di gestazione negli asini dura 12 mesi.

 

   

Cerca  

   

Visitatori Online  

Abbiamo 16 visitatori e nessun utente online

   
Copyright © 2024 Nominis.net. Tutti i diritti riservati.
Gestione e Manutenzione REMOTE_PC Contatto : email
© remotepc