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Grossi; Grosso

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GROSSI; GROSSO:

(di Ettore Rossoni): "Grossi e Grosso, sono diffusi in tutt'Italia; Grossini è specifico del varesotto e della Lombardia occidentale, derivano, direttamente o tramite ipocoristici, dal nome medioevale Grossus, di cui abbiamo un esempio in una Carta venditionis dell'anno 1154 a Milano: "...Ibi statim coram ipsis testibus dedit vuadiam ipsa Richa consentiente suprascripto Ambroxio eidem Carnelvario ita si ipse campus est inpiliatum vel invasatum, vel si intencio vel discordiam apaluerint, defendere ei debet iure, sic posuit fideiusorem Grossum de suprascripto loco qui obligavit se ese fideiusor usque ad annis  quinque, et illa con suis heredibus omni tempore in iure....", tracce di questa cognominizzazione si trovano nel Codice Diplomatico della Lombardia medievale sotto l'anno 1191, dove si legge: "...Anno dominice incarnacionis millesimo centesimo nonagesimo primo, indicione nona, tercio die mensis decembris. Iuraverunt Iohannes Desparius et Tebaldus archipresbiter et Aglerius Grossus et Ru|finus Marisanus et Ugo de Curte et Robertus de la Monaca et Petrus Senex...".

GROSSI; GROSSO:  derivano dal termine grosso, generalmente riferito alla grandezza di persona, animale o cosa, intesa come volume o peso. Grosso, grossus è, inoltre, una moneta d'argento, medievale, del valore di un decimo di lira, all'inizio e col valore definitivo di 4/10 di lira (in quel tempo la lira, a livello europeo, valeva circa 500 Euro di oggi -*2007). Il grosso (tornese) è anche una moneta medioevale battuta in Sardegna, nella zecca di Villa di Chiesa (Iglesias) intorno al 1290, per conto dei Signori della Gherardesca, conti di Donoratico (regione della Toscana) e signori della terza parte del Calaritano: Cixerri, Sulcis, Nora e Decimo. Uno dei conti della Gherardesca, Ugolino, fu rinchiuso nel castello di Siliqua, nel 1289, insieme con due figli e due nipoti e lasciati morire di fame, per ordine dell'arcivescovo Ruggieri degli Ubaldini. Ne fa menzione anche Dante Alighieri nella Divina Commedia - Inferno canto XXIII°, conosciuto anche come il Canto del Conte Ugolino:  - "La bocca sollevò dal fiero pasto quel peccator, forbendola a' capelli del capo ch'elli avea di retro guasto..").

Grosso non è un cognome di origine sarda, ma probabilmente è originario del Piemonte, che ha ancora oggi il numero più alto di Grosso: solo Torino ne conta 449.

Nel territorio nazionale è presente in 1028 Comuni ed in tutte le regioni, con maggiore frequenza nel centro nord.

 

 

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