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Nonis; Nonne; Nonnis

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NONIS; NONNE; NONNIS: 

il primo è presente in 128 Comuni italiani, di cui 3 in Sardegna: Cagliari 10, Iglesias 8, Alghero 7; La sua maggior diffusione è in Friuli, nella provincia di Pordenone.

Il secondo è presente in 57 Comuni d’Italia, di cui 38 in Sardegna: Fonni 129, Dorgali 38, etc.

Il terzo è presente in 128 Comuni italiani, di cui 62 in Sardegna: Cagliari 68, Selargius 67, Villacidro 54, etc. Nella penisola Roma ne conta 48.

Il primo potrebbe derivare dal latino nonus = nono o, sempre dal latino nonae = nove giorni prima delle idi. Il secondo ed il terzo, senza dubbio sardi, sembrano derivare da nonnu o nonna, intesi come padrino e madrina, ma anche come nonna/o avo, avola.

Nelle carte antiche della Sardegna troviamo anche nonnài e nonnòi. Ricordiamo che nonnus era un tempo titolo onorifico per gli ecclesistici: nonnu arrettòri o nonnu vicariu. È però opportuno tenere bene a mente che Noni e Nonnoy sono i nomi di due villaggi scomparsi:

Noni in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Guilcier, nel regno giudicale di Arborea. Nel 1410 divenne villaggio del Regno catalano aragonese di Sardegna; poco dopo cominciò il suo spopolamento, sino al definitivo abbandono, avvenuto verso la metà del secolo;

Nonnois o Nonnoy, abitato scomparso, è meglio conosciuto come Innoviu, o anche Noi; i suoi resti si trovano a circa 5 chilometri da Sassari, in località Santa Barbara; in periodo medioevale appartenne alla Curadorìa di Flumenargia, nel regno giudicale di Torres. Fu poi occupato dalle truppe arborensi. Dopo la caduta del giudicato d’Arborea, dopo il 1410 il villaggio passò al Regno catalano aragonese di Sardegna. Restano tracce sino la 1436.

Nelle diverse varianti, troviamo traccia dei suddetti cognomi nelle carte medioevali della storia e della lingua della Sardegna. Tra i firmatari della Petizione di Pace di Eleonora d’Arborea, LPDE del \388, troviamo: Nono Serafino, jurato ville Pauli: odierno Paulilatino. Contrate Partis de Guilcier (vedi app. I^16).

Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, al capitolo 188 è nominato Barusone de Nonnai, servo nella domo d’Iscanu: > Kertarun mecu (hanno avuto lite con me – Ego Iohannes prior de Trullas) sos dessu Ospitale, donnu Gerardu et Taiaferru, prossa domo d’Iscanu, ki fuit de donnu Mariane de Athen, ki deit iudice ad anbas eclesias: pro naravat sa carta ki fecit isse, donnu Mariane, pro dare sos filios .i. domo bona ad anbas ecclesias a parciresi (da dividere), etc. > Et campaniaimusnos appare: et deili ego sa parte mea dessu saltu de Serra de Nuke intrega, cum boluntade mea et a Barusone Nonnai intregu. Etc.

Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, al capitolo 60 troviamo Nonne Gosantine, coinvolto come teste in un acquisto da parte del monastero di Santa Maria: > Comporai a Comida Kellarida terra tenendo a saltu meu et fegindelli sollu (un soldo aureo sardo) et complilli prezu. Testes: Trogodori Pasi et Gostantine Nonne; al capitolo troviamo Terico Nonne coinvolto in un acquisto da parte del monastero: > Comporai a Terico Nonne et a Eissu de Murtas et assas sorres terra et figu cantu aviant in Pirastru de Zinzalu et .i. terra dae segus de domo de Iuanni de Urri et clompet usque assos (arriva sino a) ortos dessu erriu. Deilli in prezu sollos XII de denaris  et clompilli. (complilli prezu = gli ho saldato il conto. Etc.

 

 

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