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Vacca

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VACCA:

vacca e deriva dal latino vacca, la femmina del toro = taurus.

Per il fenomeno del betacismo, qui in Campidano diciamo comunemente bacca, "sa bacca", per distinguerla da su boi = il toro, il bue (bos). Poi distinguiamo le vacche allevate allo stato brado, che chiamiamo baccas arestis, che producono solo carne, quindi non vengono munte (Una espressione tipica sarda recita : «A mulliri baccas arestis, bai !, bai » ! « Vai a mungere vacche selvatiche » !;  il chè è un qualcosa di molto pericoloso!), da quelle allevate in stalla, per il latte.

Nella Carta De Logu di Eleonora d'Arborea (XIV° secolo) i termini vacca e vaccas sono ripetutamente citati e troviamo vaccas domadas e bois domados ad indicare i bovini usati per la lavorazione dei campi.

Is bakkixèddas de Deus o de Nostra Sennora (le vacchette di Dio o della Madonna), sono le coccinelle o altri insetti simili.

Il cognome Vacca, anche se  in uscite diverse, è presente nelle carte antiche della Sardegna. Tra i firmatari della Pace di Eleonora, del 1388, figurano: Vaca Dominico, majore (responsabile dell'amministrazione della villa = sindaco) ville Putu Majore (Pozzomaggiore - Contrate Caputabas, vedi app. I^20); Vacca Matheo, jurato ( collaboratore del majore) ville Gononò (Gonnosnò - Partis de Montibus, vedi app. I^19); Vaccha Deusdadu (Deodato), ville Selluri ( Seddòri – Sanluri , vedi app. I^29); Vaccha Guantino, ville Macumerii (vedi app.I^8); Vacha Petro, ville Ribechu (attuale Rebecu. Curatorie de Costa de Valls, vedi app. I^15) ; Vacha Francisco, jurato ville Sii Majore, (odierno Siamaggiore - Campitani Majoris, vedi app. I^21); Vacha Francisco, jurato ville Tintura. (Tinura...Tinura o Tinnura - Castri Serravallis, vedi app. I ^7); Vacha Xpoforo, jurato ville Nuraci de Pische. (villaggio distrutto - Campitani Majoris, vedi app. I^21).

Nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT XI°, XIII° secolo troviamo: Vacca Gosantine (teste) portorariu maiore (esattore) de saltu al capitolo 199 e Vacca Susanna, serva de scu. Petru, muiere de Jacobu Bakillu, al capitolo 407.

Nel Condaghe di Santa Maria di Bonarcado, CSMB, XI°, XIII° secolo, al capitolo 169 è nominato Comida Bacca, teste in una lite (kertu) tra proprietari privati ed il priore del monastero di S. Maria: > Kertait Orzoco d’Uda cun Muiedi Mannale pro custa parzone ki posit donna Bera d’Uda ad Sancta Maria de Bonarcadu, etc. Tra i testes c’è anche Comida Bacca, maiore d’escolca (comandante della guarnigione di controllo ai confini del giudicato), etc. Al capitolo 130 troviamo Salusi Vacca (proprietario terriero, la cui terra confina con la terra donata; si tratta infatti di una donazione: >  Posit (ha donato) donna Bera d’Uda parzone sua ad ispiadu (per il perdono dei peccati) ad Sancta Maria de Bonarcadu ad ora de morte sua, mugere de donnu Mariane de Lacon Cantarellu. Posit sa terra de Puzu de Sergi intr’’e sa terra de Fuste Albu, costas assa Figu de Mannale et cabiza (cabizale) assa terra de Salusi Bacca, etc.

Nel Condaghe di San Michele di Salvennor, CSMS, XI°, XIII° secolo, troviamo: al capitolo 175 Comida Vaca, coinvolto come servo in una donazione di donnu Itocor de Lacon al monastero di San Michele; al capitolo 173 troviamo Migali Vaca ed il figlio Pedro, coivolti come servi in una donazione al convento di San Michele da parte donna Susana de Tori. Al capitolo 174 è nominato Presnaki Vaca, coinvolto come servo in una donazione al monastero di San Michele da parte di donns Jorgia de Tori mujer (moglie) di Barisone de Serra.

Nel Codice Diplomatico di Villa di Chiesa (Iglesias), relativamente all'anno 1550 è nominato Bartolomeo Vacca (XVI° secolo; cap. XXVIII°; riga 28): (  Salvatore Carcassona, luogotenente generale, da ricevuta  a mastro Pietro Gil, fonditore, della somma di lire 7 e soldi 7 per il diritto di un quindicesimo appartenente alla Corte Regia su cinque once [ 3 once corrispondono a circa un Kg.] ed un ottavo d'argento, proveniente dalle miniere di Iglesias: argento che era stato venduto alla zecca in ragione di lire 2, soldi 2, denari 6 l'oncia) > Testimoni a questo fatto sono: magnificus Joannes Limona, civis, et honorabilis Bartolomeus Vacca, Villenove habitator. Sempre nel Codice di Villa di Chiesa, relativamente agli anni 1324, 1325 viene nominato Giuntino de' Vacha (XIV° secolo; cap. XXXV°; righe 138 e 170 etc.): ( Estratto dal testamento di Barone del fu Berto di Santo Miniate: dall'Archivio di Stato di Pisa) > et dico, quod Moscha de Sancto Geminiano et socii tenentur dare mihi libras mille denariorum aquilinorum minutorum, quas Juntinius de Vacha deposuit pro me in Castello Castri in eorum bancho.

Nella storia attuale ricordiamo: Vacca Antonino, nato a Quartu S. E. nel 1934, ordinato sacerdote a soli 23 anni, nel 1993 è stato eletto vescovo di Alghero Bosa.

Attualmente il cognome Vacca è presente in 816 Comuni italiani. Non si tratta di un cognome solo sardo, poiché è largamente diffuso anche nel meridione d'Italia. In Puglia ad esempio, è presente in 61 Comuni su 258, tra i quali Bitonto, con 268 conta il maggior numero di "Vacca", seguito da Bari con 200, etc. E' presente in tutte le regioni italiane. Roma, nel continente, ne conta il maggior numero con 362, seguono Napoli 313, Bitonto 268, Bari 200, Genova 97, Milano 90, Gela 74, Firenze 15, Verona 15, Potenza 9, etc. In Sardegna lo troviamo in 176/377 Comuni, con maggior diffusione nel meridione dell'isola, per un totale di 4735 circa.

Nei Registri Parrocchiali dell' Ottocento, a Gonnosfanadiga il cognome Vacca conta numerose presenze.

 

 


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