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Mara

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MARA:

(di Ettore Rossoni): "Ha un ceppo a Busto Arsizio ed Olgiate Olona nel varesotto, ai confini con il milanese, ed a Vanzaghello nel milanese, un ceppo a Roma ed uno in Sardegna nel sassarese, a Sassari, Porto Torres, Nulvi ed Ozieri, con presenze a Olbia, Cagliari, nel Medio Campidano e nell'oristanese; i ceppi continentali potrebbero essere dei matronimici e derivare da capostipiti chiamate appunto Mara, ma, molto più probabilmente derivano dal nome del paese di Mara nel varesotto, a pochi chilometri ad oriente di Gemonio.

MARA: è presente in 18 Comuni della Sardegna: Sassari 36, P. Torres 21, etc. Per il termine, mara, qui in Sardegna, si fa riferimento a parecchi toponimi sardi: Mara de Pontis (stagno di Cabras); Mara Arbarei (Villamar); Mara o Magar (centro abitato scomparso), documentato nel Condaghe di San Nicola di Trullas, CSNT, XI°, XIII° secolo, al capitolo 299: > Posiruninke (si tratta di una donazione al monastero) ambos frates de Martis, Petru et Comita, sos de Magar (o Mara:villaggio distrutto, non ben identificato; noi supponiamo si trovasse in agro di Sassari), etc.; Maracalagonis (centro abitato), conosciuto come Mara nelle carte medioevali.

Il testo di Giovanni Spano “Vocabolario Sardo Geografico, Patronimico ed Etimologico”, così recita in proposito: “Mara. Molti sono i villaggi in Sardegna così appellati, perché si trovano collocati in vicinanza di qualche palude o lago; voce fenicia hamara = sito fangoso; o da marva = pascolo, sito fresco”. Il Nurra invece lo fa derivare da mar = amaro o da mara = spelonca.

Il DES del Wagner riporta: mara = palude, acquitrino (campidanese), termine frequente nella toponomastica della Sardegna centro meridionale.

Non sottovalutiamo il vocabolo greco τό μάρον (to màron), al plurale τά μάρα (ta màra), teucrium marum: un’erba della flora mediterranea (meglio conosciuta come erba dei gatti "teucrium marum); presente nei libri di Dioscoride Pedanio (40 – 90 d. C), medico, botanico e farmacista greco. Il suo habitat preferito è il terreno paludoso o acquitrinoso. A questo punto si nota abbastanza chiaramente l’analogia semantica ed etimologica con la voce fenicia hamara, suggerita dallo Spano. I villaggi di Mara, Mara Arbarea, Maracalagonis, e Marga sono documentati anche nei testi di Giovanni Francesco Fara, “In Sardiniae Chorographiam” e “De Rebus Sardois”.

Il cognome De Mara è presente nel Vol. II° del Codex Diplomaticus Sardiniae di Pasquale Tola, relativamente all’anno 1410, nel novero dei 557 homines oristanesi, che giurarono fedeltà al re aragonese, in nome e per conto di Leonardo Cubello, ci sono: De Mara Antiogo, De Mara Iacobo, De Mara Salvatore e Mara Iohanne (vedi app. III^ anno 1410 31 marzo).

Nel Condaghe di San Pietro di Silki, CSPS, XI°, XIII° secolo, al capitolo 154, sono nominati de Magar Dericcor e de Magar Gosantine, coinvolti in una donazione: Positinke (ha donato) donnu Gosantine de Thori Cok’ – e Mandica a Dericcor de Magar, fiiu de cuncuva (concubina) de Gosantine de Magar, ki fekerat in ankilla (con una serva) de donnu Gosantine de Thori, candonke la vattussit sa netta a Travesa (località) ; et ego tramutailu cum donnu Mariane de Maroniu. Etc. Gosantine de Magar è nominato inoltre nei capitoli 92 e 272.

 

 


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